Un’epistola ai politici e ai giornalisti della 
			bergamasca
			 
			I politici e i giornalisti della bergamasca, perlomeno coloro che 
			riteniamo i più vicini ai cittadini di Curno e ai loro problemi, 
			hanno ricevuto il 19 dicembre la lettera che trascriviamo qui di 
			seguito: 
			  
			
				
					
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			 Uno 
			spettro si aggira per la Lombardia: lo spettro della strategia 
			mediatica di R. Pedretti. Il quale, mai sazio di visibilità, abile 
			quanto basta nelle manovre di pubbliche relazioni, si era fatto 
			promotore, nel mese di ottobre, del cosiddetto “blitz della 
			moschea”, a Curno. Il blitz, fortunatamente, è stato sventato dal 
			sindaco, considerati i possibili esiti di macelleria sociale per i 
			cittadini. Aveva bisogno, il Pedretti, che i giornali gli facessero 
			da cassa di risonanza per forzare la mano ai vertici del partito, in 
			vista del suo ingresso nella lista dei candidati delle prossime 
			elezioni regionali. Così facendo, non solo ha usato i concittadini, 
			non solo li ha disprezzati, come certamente non meritavano, pensando 
			di aggiogarli come schiavi al carro della sua marcia trionfale: li 
			ha esposti a un pericolo gravissimo, con conseguenze in prospettiva 
			irreparabili. Ma lo spettro della strategia mediatica è stato 
			individuato, il velo che nascondeva le ambizioni mal riposte è stato 
			strappato, le parole e i gesti sono stati demistificati. Si veda in 
			proposito il sito Testitrahus. 
			    
			Il sito contiene la Pedretteide, pamphlet di contrasto 
			all’orgia mediatica che l’ambizioso uomo politico curnense si 
			apprestava a celebrare. Alcuni di voi hanno già ricevuto 
			quest’opuscolo. Il sito contiene altresì alcuni aggiornamenti 
			riguardo alla strategia mediatica di Pedretti, cioè riguardo alle 
			iniziative da lui promosse nel periodo successivo alla stesura della 
			Pedretteide.  
    Credeva il Pedretti di aver portato a buon esito 
			l’operazione: i coribanti avrebbero danzato al ritmo ossessivo del 
			suo tamburo, i vertici del partito sarebbero stati travolti dal 
			ritmo orgiastico, dalle musiche, dai movimenti e dalle grida 
			scomposte. Come nel Grande dittatore di Chaplin, dove Hitler 
			si balocca con un mappamondo di gomma, palleggiandolo da una mano 
			all’altra, mentre sogna di assoggettare al suo dominio il mondo 
			intero, così il Pedretti – più modestamente – carezzava il plastico 
			della Lombardia, sognando un grande avvenire per sé. Ma non aveva 
			fatto i conti con l’indignazione dei curnensi.  
    In un suo dialogo (Una vendita di vite all’incanto), 
			Luciano di Samosata, scrittore greco, ci mostra il filosofo 
			Democrito che ride, ride sempre. Eccone alcune righe: 
			
			Venditore : Perché 
			ridi? 
			Democrito : Me lo 
			domandi? Perché mi paiono ridicole le vostre cose, così come voi 
			stessi. 
			Venditore : Come? 
			Deridi tutti noi e non tieni in nessun conto le nostre cose? 
			Democrito : È così: in 
			mezzo ad esse non ve n’è una seria, ma tutto è vuoto e movimento, e 
			infinità di atomi. 
			Dunque, 
			ridicole sono le cose degli uomini. Ancora più ridicola è la pretesa 
			di esser presi sul serio, da parte di molti uomini politici. Ma 
			esilarante è il Pedretti, quando vuole accreditarsi come personaggio 
			carismatico. Ed è questo precisamente che la Pedretteide vi 
			mostrerà. 
    Spero con questo di avervi offerto un quarto d’ora di buona 
			lettura, tanto più che si è messa ogni cura perché non vi annoiaste 
			e il vostro buon gusto non fosse offeso da trite tiritere 
			politicanti. Vi auguro ogni bene in vista dell’anno che s’inizia e 
			impoliticamente vi saluto, 
			
			Aristide Curnense 
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			La posta in gioco è 
			evidente: si tratta di evitare che Pedretti figuri nella lista dei 
			candidati alle prossime elezioni regionali. I cittadini di Curno non 
			consentono, non sopportano, non sono disposti a subire un tale 
			affronto, dopo che il Pedretti ha architettato il “blitz della 
			moschea”. Se per la Lega nord il gesto di Pedretti è stata una mossa 
			politicamente improvvida, per i cittadini di Curno quella è stata 
			una manovra sprezzante nei loro confronti e, più che sprezzante, 
			empia. Una brutta pagina della piccola storia di Curno, una pagina 
			da voltare, ma non da dimenticare. 
    Avendo ricevuto questa lettera, nessuno dei politici e dei 
			giornalisti della bergamasca potrà giustificare il proprio eventuale 
			silenzio riguardo all’empietà di Pedretti trincerandosi dietro il 
			paravento di espressioni come “Non sapevo... Se avessi saputo...”. 
    A chi ci rimproverasse che questa campagna di 
			sensibilizzazione possa nuocere alle belle speranze del rampante 
			uomo politico curnense, rispondiamo che gli interessi del singolo 
			non possono prevalere su quelli della collettività. Pedretti ha 
			offeso i curnensi considerandoli vile legna da catasta buona per 
			accendere un grande falò utile alla sua visibilità mediatica. È un 
			affronto che non possiamo dimenticare. Inoltre ha messo in campo una 
			potenza di fuoco mediatico non da poco, servendosi dell’Eco di 
			Bergamo come suo house organ. Noi d’altra parte, ci siamo 
			limitati a usare una penna Rapidograph 0.3 per scrivere le minute di 
			queste sparse considerazioni, insieme a un computer attrezzato con 
			qualche programmuccio idoneo a metterle in rete. In latino si dice
			Cum vulpe vulpinare tu quoque invicem (cfr. Erasmo, Adagia), 
			cioè: “Con la volpe anche tu, a tua volta, comportati da volpe”. 
			Pertini era ancora più drastico. Infatti, era solito dire: “A 
			brigante, brigante e mezzo”. 
			  
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