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12 febbraio 2011

Contro la politichetta, per una concezione nobile

della vita (e della politica)

 

 

 Lettera ai signori della c.d. sinistra

 

Sent: Saturday, February 12, 2011 11:02 PM
Subject: Contro la politichetta, contro i viziosi connubi

 

Gentili signori,

vorrei segnalare alla vostra attenzione il mio Ricordo di Aristide, quello vero (che, in questo caso, non è nemmeno quello greco). Si trova nella pagina di apertura di Testitrahus, può essere letto facendo clic sul collegamento ipertestuale.

      Non so se ci sono riuscito, il fatto è che mi stava a cuore mettere in luce, giustapponendo qualche ricordo, una concezione nobile della vita. Aristide era un professore, aveva cultura e sapeva insegnare. Non parlava di etica, Aristide. Parlava per lui l’esempio, senza ostentazione: nelle cose serie – almeno in quelle – la retorica è bandita.

     La vita di Aristide, il professore di greco, riferita alle vicende della politichetta italiana e curnense, si presta a due considerazioni.

I - La prima è in relazione all’orgia del potere organizzata da Nicole Minetti, collega di Pedretti nel Consiglio regionale della Lombardia. Alieni dal prestare orecchio alle rampogne di moralisti improvvisati, osserviamo che la ricerca del piacere è naturale: si veda la dottrina di Epicuro sui desideri utili e necessari, e sui piaceri conseguenti al loro appagamento. Inoltre, il piacere, se è naturale, non ha bisogno del condimento della sopraffazione (il denaro, il potere). Già, omnia quae secundum naturam fiunt sunt habenda in bonis, “tutto ciò che è naturale è da mettere nel conto delle cose buone”.  Spesso ce ne dimentichiamo. Aristide, il prof. Aristide, quello del quale tesso l’elogio, non si sarebbe fatto impressionare dall’indignazione di Giovanna Melandri. Chi ha letto Lucrezio e Orazio, di nobile scuola epicurea, non si fa impressionare, per principio: nil admirari, diceva Orazio. Il quale inoltre si vantava di essere nullius addictus iurare in verba magistri, “non obbligato a giurare sulle parole di nessun maestro”. E noi dovremmo considerare la Melandri una magistra? Al massimo una magistella, cioè una maestrina. Ma un conto è l’indignazione facile e a senso unico, altro sono l’orgia del potere e le pubbliche relazioni, questa è roba schifosa, Berlusconi o non Berlusconi: si veda in proposito, sempre su Testitrahus, Berlusconeide. Cinque scenari per il dopo bunga bunga.

     Lo so, ci sono precedenti illustri, un tempo visti con occhio connivente da una sinistra non ancora bacchettona. Fra questi, il marchese de Sade, rinchiuso nella Bastiglia per aver somministrato confetti carminativi a delle servotte. Non ci vanno particolarmente a sangue i libertini epigoni come il divin marchese (che però nel ’68 piaceva, eccome se piaceva), perversi e prevaricatori, preferiamo gli originali, da Cyrano de Bergerac a Diderot. Figuriamoci se ci piacciono i loro pallidi seguaci, nostri contemporanei. Esistono tuttavia delitti peggiori di quelli della lussuria di un uomo anziano e solo, bisognoso della nostra pietà, se non fosse così potente. Non sta a me dire quali siano questi “peccati”, proprio a voi che affermate di essere di sinistra.

II - La seconda considerazione è in relazione al “vostro” Pedretti. Ebbene, non vi nascondo, signori della c.d. sinistra, che nello stendere le righe del Ricordo di Aristide, più di una volta è affiorata alla mia mente l’immagine di Pedretti, una sorta di proiezione stereografica di Aristide, con inversione cosiddetta circolare (è un concetto di geometria proiettiva). O forse l’immagine di Aristide mi si è presentata per effetto di autocommiserazione, pensando che, avendo avuto la fortuna di conoscere un universo luminoso di libertà e fratellanza, i casi della vita mi hanno poi trascinato nell’inferno della meschina, spregevole politichetta curnense.

     Insomma, sarà anche vero che il geometra Pedretti è “istituzionale”, e che in Consiglio comunale conta molto di più di quanto darebbe a pensare la somma del suo voto e di quello della consigliera padano-steineriana, ma come fate voi, signori cosiddetti progressisti, a chiudere gli occhi? Come fate a dire che Pedretti è stato un capro espiatorio (a proposito della sua destituzione, al tempo dell’offesa recata all’art. 18 dei Diritti universali dell’Uomo: fate clic sul collegamento ipertestuale e leggete, controllate!), come fate a convergere con lui in operazioni di politichetta che a lungo andare travolgeranno inesorabilmente voi stessi e faranno del geometra il tiranno di Curno? (Inutile che vi ricordi la convergenza sulla mozione della vendetta, il 22 settembre scorso.)

     Finora Pedretti ha soltanto fatto la voce grossa, non ha fatto tentativi seri di rovesciamento di questa amministrazione. Già, perché il callido Pedretti è attento agli equilibri interni nel suo partito, dunque finora non ha giudicato opportuno che la caduta dell’amministrazione si guadagnasse i titoli dei giornali, in un momento non ancora propizio (c’è il sito Testitrahus in caldo, pronto a fornire documenti di analisi, per chi finalmente voglia sapere qualcosa della politichetta di Curno e dello spettro nel quale s’incarna).

     Finora è stato così. Ma qualcosa dev’essere cambiato. Adesso sembra che Pedretti voglia fare sul serio (si veda il sitarello della sezione della Lega nord di Curno), minaccia che entro il 24 febbraio la maggioranza dei consiglieri possa depositare le dimissioni e provocare lo scioglimento del Consiglio comunale. Il che è possibile soltanto con il vostro concorso, ovviamente. E con Pedretti che orchestra la politichetta di Curno e che conduce le danze.

     Insomma, Pedretti è pronto. E voi che fate? Vi accodate? Nonostante il tradimento degli ideali della sinistra, reiteratamente consumato, questo è troppo. Dubito inoltre che il vostro residuale elettorato capirebbe il significato di tale soccorso. Se poi leggo l’intervista a Nando dalla Chiesa, rilasciata dalla dott.ssa Perlita Serra, mi dico che non è possibile. La c.d. sinistra fa il bunga bunga con Pedretti? Non ci credo. Leggo queste parole: «Lo sa come lo vorrei il mio Pd? Coraggioso e generoso. Ma non lo è. Quante volte mi viene risposto “ma si è sempre fatto così” e allora io m’incavolo. Noi dobbiamo cambiare la cultura anzitutto, perché a rapporti di forza politici stiamo malissimo». E per migliorare i rapporti di forza politici andate a braccetto con Pedretti? Soprattutto, leggo il titolo dell’intervista:  «La professoressa di francese che sfida la Lega nella “Padania”». E, ancora una volta dico a me stesso: ho le traveggole, non ci credo, non è possibile.

 

Cordiali saluti

Aristide