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agosto 2011

Aristide prosciolto in udienza preliminare, Pedretti condannato al pagamento delle spese processuali

 

 

 

 

 

 

 

 

REPVBBLICA  ITALIANA

In nome del Popolo italiano

il givdice dell’vdienza preliminare

Dott. Battista Palestra

ha pronunciato la seguente

 

SENTENZA

 

nei confronti di:

Piga Clavdio

nato a Villacidro (CA) il 20.9.1944 elettivamente domiciliato presso lo studio dell’avv. Fulvio Vitale del foro di Bergamo

presente

impvtato

dei reati di cui al capo d’imputazione che si allega[1]

 

Parte civile:

Pedretti Roberto

nato a Bergamo il 2.10.1967 domiciliato ex lege c/o lo studio dell'avv. Paolo Villa del foro di Bergamo

 

 

Claudio Piga affronta l’udienza preliminare per rispondere del reato compiutamente descritto nei suoi termini essenziali, e in dettaglio, nell’odierno capo di imputazione, originato dalla querela sporta da Pedretti Roberto – consigliere comunale e comunque esponente politico di un certo rilievo in quel di Curno, per conto della Lega Nord e/o di sue diramazioni in odore di eterodossia – in relazione ad alcune affermazioni e frasi che il Piga – con l’artificio dello pseudonimo letterario “Aristide” – aveva diffuso sul sito Internet dell’Udc di Curno e su un altro sito, nel contesto di un libello intitolato appunto “Pedretteide” (e che contro il Pedretti lanciava dunque tutte le sue critiche) : c’è, da parte del Pedretti, una doglianza di tipo complessivo e comunque la indicazione di singole frasi – riportate appunto nel capo di imputazione – che avrebbero superato gli usuali parametri di “continenza”.

     All’esito dell’udienza preliminare, si ritiene che il procedimento abbia completato il cammino che meritava di percorrere.

    Premesso, per dovere di obiettività, che nessuna delle singole frasi contiene insopportabili attacchi diretti e personali (e persino il generico riferimento al noto medico nazista dott. Mengele non ha obiettivamente il significato di istituire un collegamento tra la figura del Pedretti e gli orrori del Terzo Reich, ma semplicemente di esemplificare come la affermazione di “sentirsi la coscienza pulita” risulti storicamente pronunciata anche dalle labbra più indegne di farlo), deve essere messo in chiaro che ci si muove nell’ambito della dialettica politica, che Pedretti viene attaccato (id est, “criticato”) per i suoi atteggiamenti , comportamenti, propositi politici, e comunque per ciò che della sua personalità (id est, per gli aspetti indicati come i più negativi) può esprimersi nella politica che riguarda i cittadini di Curno; non solo, ma questi “attacchi” si muovono all’interno di una disputa tra Pedretti e “Aristide”, in un botta e risposta nella quale il Pedretti – con non minore “franchezza” stimola il suo contraddittore (“professorino isterico”) ad essere “uomo e non omuncolo”, a dire chiaramente quello che deve dire, e a non sottrarsi alle sue responsabilità.

    E quando si entra nel gioco della disputa a due, è chiaro che il concetto stesso di “offensività” (dell’onore e del decoro) deve essere visto in una prospettiva dinamica, che tenga conto anche di come si muove l’altro contraddittore (e dovendosi ritenere – perché questo è il sale della democrazia, una volta che, come si è già detto, ci si muova nell’ambito dell’attacco politico o comunque a fatti che politicamente ridondano – che nella disputa tra cittadino e uomo politico debba essere quest’ultimo ad essere più “contenuto”, e non certo viceversa); e senza tralasciare di rilevare, in termini puramente sociologici, che se c’è un contesto che sta modificando il concetto (culturale prima ancora che giuridico) di offensività, questo è proprio quello del dibattito politico (nel senso di “fra politici”, o di politici vs. cittadini), in tutte le forme nelle quali si svolge sotto gli occhi di tutti .

    Si deve quindi concludere con il proscioglimento per insussistenza del fatto, per mancanza di qualunque rilevante “offesa al decoro” (del Pedretti) negli scritti del Piga.

 

Visto l’art. 425 cpp,

dichiara non luogo a procedere nei confronti di Piga Claudio in ordina al reato ascrittogli, perché il fatto non sussiste.

 

Condanna il querelante al pagamento delle spese processuali.

 

Motivazione in gg. 40

Bergamo, 20.4.2011

 

 

 

 

Postfazione

Le sentenze non si commentano. Ma la politica, la miseria della politica, il fetore dell’esecrabile politichetta, la villania del denaro che pretende di essere inodore (e che proprio per questo è tanto più insidioso), la violenza che il peculio di un ricco politicante può esercitare su un onesto cittadino: questo si potrà ben commentare, per Diana! Anzi, si deve commentare.

     In breve: il Pedretti, che ha osato sporgere querela contro Aristide, il Pedretti che per soprammercato si è costituito parte civile, il che gli avrebbe permesso di monetizzare il danno subito per la presunta diffamazione, questo Pedretti, che tutti conosciamo, è un uomo ricco. Fra l’altro, in qualità di Consigliere regionale, percepisce 12.555 euro/mese di stipendio, più numerosissimi annessi e connessi vari, esentasse.

     Aristide invece non è un politico, è un lavoratore autonomo, non ha diritti sindacali che gli garantiscano comunque uno stipendio, sia che lavori, sia che non lavori, sia che – addirittura – invece di lavorare, e lavorare bene, abbia fatto del male, come succede sovente ai nostri uomini politici, e non soltanto a loro (pensiamo al male che commettono tutti i giorni i cattivi professori, quando mettono piede in classe).

     Quando uno come il Pedretti sporge querela contro uno come Aristide, il Pedretti rischia pochissimo, anche nel caso in cui perda la causa. Se vince la causa si arricchisce ulteriormente; se invece la perde, dovrà pagare l’avvocato e le spese processuali. Che sarà mai, per uno come lui? Nell’ipotesi peggiore, l’esborso al quale va incontro il ricco uomo politico è meno del 20% del suo appannaggio mensile. È quel che è avvenuto al Pedretti.

     Aristide invece, anche se esce vincitore dalla causa intentatagli dal Creso di provincia (Creso, quello vero, fu l’ultimo re della Lidia, ricchissimo), anche se prosciolto, come di fatto è avvenuto, dovrà pagarsi l’avvocato (questa è una causa penale). In soldoni, la denunzia della quale il ricco uomo politico si è compiaciuto verrà a costare ad Aristide più o meno il corrispettivo di un mese di lavoro (sempre che quel mese abbia lavorato).

     Si noti che, sporgendo denuncia contro Aristide, il Pedretti non solo si riproponeva di castigare Aristide che pubblicamente aveva osato mettere in dubbio la bontà del suo operato politico (in particolare, l’ispezione in modalità di provocazione da lui architettata a carico della cosiddetta moschea di Curno) ma aveva messo in conto – astutamente, da par suo – questi due risultati: a) la chiusura del sito Testitrahus, qualora avesse vinto la causa, che costituisce una spina nel fianco della sua luminosa carriera politica; b) un’ammonizione solenne per eventuali oppositori che osassero farsi avanti per proclamare “Il re è nudo!” (Si veda in questo sito l’articolo Il re è nudo!)

     Sulla voluttà di denunziare ho già scritto in Testitrahus (vedi qui). Ma se il denunziante è ricco e potente, in questo caso non sarà inopportuno parlare di violenza: sia contro chi subisce la denuncia, sia nei confronti dei comuni cittadini che, per il terrore d’essere denunziati e dover conseguentemente affrontare il calvario giudiziario e le spese dell’avvocato, si asterranno dal criticare i signori della politica. Al clima di paura che un uomo politico può arrivare a creare nel suo collegio elettorale accenna un pieghevole recentemente distribuito della bergamasca da un gruppo di “leghisti dal volto umano” (si veda qui).

     Fra l’altro, chi osa mettersi contro il politico ricco e potente potrebbe non avere i soldi per l’avvocato. Dovrebbe farseli prestare; quindi, per recuperarli, in caso di vittoria in sede penale, occorrerebbe intentare una causa civile: altro calvario, con tutti i suoi incerti.

 


 

[1] Imputazione – Delitto p. e p. dall’art. 595 co. 3° c.p. per aver offeso l’onore ed il decoro di Pedretti Roberto, pubblicando – con lo pseudonimo di “Aristide” – sui siti Internet denominati http//udccurno.splinder.com/, e “Testitrahus” un’opera intitolata “La Pedretteide, ovvero la resistibile ascesa di R. Pedretti, già candidato al Parlamento europeo, probabile futuro candidato al Consiglio regionale della Lombardia (speriamo di no)” le seguenti frasi:

  • «Certo, gli manca la favella, gli manca il raziocinio, gli manca l’ironia, gli manca il piacere della conversazione pacata, gli mancano le buone letture, gli manca la coerenza, gli manca un briciolo di umanità. visto che è spietato anche nei confronti dei suoi stessi cittadini»;

  • «Quanto alla sua rivendicazione di una coscienza pulita, non è una cosa che ci tranquillizza. Anche Mengele, il medico che faceva esperimenti sui corpi vivi e martoriati dei detenuti nei campi di concentramento, uno che usava gli uomini come strumenti della sua folle ricerca – ovviamente macchiandosi di colpe ben più gravi di quelle del Pedretti –, anche lui si attribuiva la coscienza pulita».

  • Inoltre, nella presentazione del sito Internet denominato “Testitrahus”, creato ad hoc per la divulgazione dell’opera stessa, pubblicava le seguenti frasi:

  • «Pedretti, in particolare, è l’uomo politico d’ignoranza desolante» […] «sotto certi aspetti, il Perdetti può essere apparentato a un altro cittadino di Curno, all’onorevole Di Pietro: salvo il fatto che Di Pietro, per nostra sfortuna, è molto più intelligente. Sono entrambi arrampicatori sociali».

In Curno, il 20 e 28 dicembre 2009, luogo di percezione dei testi diffamatori.