Testitrahus    pagina d’inizio

 

 

7 dicembre 2011 

La mordacchia, l’indifferenza etica e la banalità

del male

 

 

 

 

 

Uno spettro si aggira per le vie di Curno, entra nelle case di coloro che – talvolta – pretendono d’insegnare la correttezza politica, il bon ton, il “confronto civile e democratico”, coloro che ci indicano la strada delle “decisioni partecipate” laddove non ha senso partecipare, ma non partecipano dove sarebbe doveroso partecipare. Entra nelle case di costoro, si siede sul loro petto, li affanna, di lì non si sposta finché non riceverà la promessa, formulata in modo solenne, che loro – i campioni del politicamente corretto – saranno all’occorrenza indifferenti, medianicamente ispirati dallo spettro medesimo. Ricevuta questa promessa, lo spettro si allontana e infonde nel cuore dei cosiddetti progressisti un dolce sopore: avendo firmato questo patto, dormiranno fra due guanciali, potranno perfino sognare di essere il sale della terra.

     Ed è così che Curno potrebbe un giorno «somigliare, in maniera preoccupante, a quel villaggio tedesco descritto nel film Il nastro bianco, dove succedevano cose strane, ma la consegna tra i villici era dire che tutto va bene, tutto è normale. La regola era non interessarsi, girare la testa dall’altra parte e poi sopire e troncare, mia cara signora, troncare e sopire». Oddio, speriamo di no. Ecco comunque, a mo’ di promemoria, alcune immagini tratte dal film:

 

 

(A scanso di equivoci: per fortuna a Curno non siamo arrivati a tanto. Ma se ricordiamo quel famoso esperimento di psicologia, più volte ripetuto nelle università americane, sull’attitudine al male, sotto determinate condizioni e sollecitazioni autorevoli, c’è di che stare preoccupati. Se non reagiamo, anche nelle piccole e curnensi cose, se non sapremo riconoscere la banalità del male nel qualunquismo bonario, nel far spallucce, dobbiamo soltanto pregare il buon Dio perché non ci metta alla prova.)

 

 

L’antefatto

 

La seduta del Consiglio comunale del 3 dicembre, convocata alle 11.15 e regolarmente a tale ora cominciata, è stata invalidata, per abbandono dell’aula da parte di sei consiglieri, poco prima di mezzogiorno. Il segretario comunale, infatti, dichiara che è venuto meno il numero legale, per abbandono di sei consiglieri, cinque dell’opposizione, uno della maggioranza, che però dichiara di voler abbandonare la maggioranza. Il  portavoce del gruppo consiliare “Insieme per cambiare Curno” dichiara all’Eco di Bergamo (7 dicembre 2011): «[Siamo] stufi che in ogni Consiglio comunale si ritorni sempre sulle stesse cose che vengono ripetute da anni». Veramente lo scatto dei consiglieri della minoranza “di sinistra” è avvenuto quando hanno sentito dire “la c.d. sinistra”: ma non importa. Quel che conta è che il sindaco non ha potuto terminare la sua comunicazione, è arrivato a un terzo, come si vedrà qui sotto (dunque, come si può affermare che si dicessero le solite cose? un caso di preveggenza? e quand’anche fossero “solite”? [ma non erano solite]). Quel che conta è l’indifferenza. E il fatto che l’indifferenza ha fatto tirar fuori, da sotto il banco, la mordacchia.

     Qui sotto riportiamo per intero la comunicazione che il sindaco non ha potuto leggere in Consiglio, tratta dall’Albo pretorio in linea del Comune di Curno. I collegamenti ipertestuali sono stati  aggiunti per facilitare la lettura dei documenti allegati, che si trovano parimenti depositati nell’Albo pretorio. Prima di leggere le sue considerazioni, il sindaco legge la comunicazione (si faccia clic sul collegamento ipertestuale), da parte del consigliere Roberto Pedretti, al Prefetto, al Segretario comunale e ai Carabinieri in data 20.09.2011. È questa, precisamente, la comunicazione che ha dato spunto alle riflessioni del sindaco.

 

 

§§§

 

 

 

Riflessioni sulla mistica istituzionale a Curno

 

 

 

 

 

1. Uso della bacheca

 

Prendo spunto dall’interrogazione del Pedretti sull’affissione in bacheca che figura al punto 3 per anticipare alcune considerazioni, di carattere generale, sul concetto di “istituzionalità”. Infatti, l’interrogazione mette in dubbio che sia istituzionale esporre in bacheca un documento in cui il sindaco rileva la pretestuosità delle accuse mosse al progetto (dell’arch. Bodega, allievo di Renzo Piano) definito “ecomostro” da esteti improvvisati. Faccio presente che:

  • Ho agito in stato di necessità, a difesa degli interessi dei cittadini e per porre un argine a un assedio mediatico (del quale non oso lamentarmi, perché so bene che in certi ambienti non è considerato di bon ton: secondo loro, si subisce e basta).

  • Il Pedretti può contare sull’assedio mediatico: a titolo di esempio, ricordo l’articolo sull’Eco di Bergamo del 31 agosto, con tanto di “Spillo” affisso sul Sindaco di Curno, senza contraddittorio, un articolo perfetto ai fini del Pedretti, tanto che lo ripubblica tal quale sul suo blog. Rimanendo nello specifico del cosiddetto ecomostro, si veda per esempio l’articolo sull’Eco di Bergamo: Curno, la Lega attacca il sindaco. Ecomostro al posto del parcheggio; si veda, su Bergamo news, l’articolo L’ecomostro di Curno non passa l’esame in Consiglio che il Pedretti riprende tal quale nel suo sito (e, ancora: gli articoli, sempre su Bergamo news, Piano Zebra a Curno. I cittadini: basta ecomostri ; L’ecomostro di Curno non passa l’esame). La maggior parte degli articoli pubblicati nella stampa orobica prima e dopo il rifiuto del progetto in Consiglio dànno già nel titolo l’indicazione che il progetto dell’arch. Bodega (non del geom. Pedretti) fosse un ecomostro!

  •  Conclusione: il geometra Pedretti ha suonato le sue trombe, cioè la stampa locale, noi, consapevoli dell’accerchiamento mediatico, abbiamo suonato le nostre campane, cioè la bacheca (un nulla rispetto alla corazzata schierata contro)

 

Il geometra Pedretti si permette di definire “ecomostro” il progetto dell’arch. Bodega (discepolo, fra l’altro, di Renzo Piano). Il quotidiano internettiano Bergamo news riprende la denominazione d’origine controllata dal Pedretti e titola «L’ecomostro di Curno non passa l’esame». Il Pedretti, soddisfatto del parto linguistico, non ha tutti i torti a riprendere a sua volta l’articolo e pubblicarlo, bell’e fatto, sul suo blog. Questo non è l’unico esempio di sinergia fra il consigliere comunale / regionale, nonché commissario della Val Seriana, e il mondo della stampa orobica (si veda il testo).

 

 

 

2. Altri due esempi di agitazione dello spettro mistico-istituzionale

 

In fatto di mistica dell’istituzionalità, l’interrogazione sulla bacheca può essere collegata ad almeno due precedenti:

  1. quando, il 30 agosto 2011, il Pedretti si preoccupa in una interrogazione urgente del fatto che io abbia potuto spedire – a un gruppo di persone in indirizzo nella rubrica della mia posta elettronica – copia di un volantino di contrasto a certe sue manovre egemoniche (si allega il volantino); in particolare, il Pedretti si preoccupava dell’eventualità che la posta fosse stata inoltrata dalla casella “istituzionale” (ma il messaggio era stato inoltrato dalla casella privata di posta elettronica, mi dispiace);

  2. quando, un anno fa, il Pedretti lamentò che io avessi spedito ai capigruppo Innocenti e Morelli una lettera dove mettevo in luce la molestia di certi  suoi comportamenti. Cosa che a suo dire, non sarebbe stata istituzionale da parte mia e che lui, sempre istituzionale, ritenne opportuno denunciare in sede istituzionale.

 

 

3. Dunque, parliamo di istituzionalità

 

Ebbene, abbiamo l’impressione che il Pedretti, quando parla di “istituzionalità”, vada a orecchio. In questo nostro contesto direi, con la Treccani, che “istituzionale” è ciò «che è proprio di un’istituzione, o anche in genere di un istituto, di un ente, di un’organizzazione, in quanto inerente alla loro natura, alle ragioni e agli scopi per cui sono stati istituiti». Come si vede, istituzionale non è sinonimo di “mistico”, non c’è barba di interpretazione magico esoterica che tenga. Perché altrimenti si correrebbe il rischio di inseguire le ubbìe del mago Otelma, che ritiene di essere istituzionale, e parla di sé al plurale: «Noi…». Ma non è il caso di dargli corda, penso che siamo tutti d’accordo. A scanso di equivoci, mi domando, e vi domando, quanto siano stati istituzionali i comportamenti del consigliere comunale / regionale Pedretti, nonché commissario epuratore di Val Seriana, qui sotto riportati. E se addirittura non dobbiamo giudicare tali comportamenti non soltanto pochissimo istituzionali, ma invero preoccupanti.

 

 

3.1 L’ispezione al centro culturale islamico in modalità di provocazione

 

Quanto è stato istituzionale il tentativo messo in atto dal Pedretti di procedere, nell’ottobre 2009, a un’ispezione al Centro islamico, in modalità di provocazione?

  • Il Pedretti sapeva bene che il ministro Calderoli, nel febbraio 2006, era stato costretto a rassegnare le dimissioni per essersi presentato con una maglietta che costituiva, secondo i musulmani, una provocazione nei confronti dell’Islam.

  • Ma quella di Calderoli era soltanto una maglietta. Il Pedretti invece intendeva agire contro l’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo. A dimostrazione della gravità di certe provocazioni, ricordo che nel 2010 il reverendo Jones in Florida è stato sul punto di innescare una crisi internazionale, quando si fece promotore di un rogo del Corano. È anche vero che Curno è stato una sorta di laboratorio politico, dove si sono prodotte in piccolo – e ben evidenti – parecchie storture che avremmo visto amplificate sulla ribalta nazionale. Ma esiste un limite a tutto. Si allega la Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo.

 

Febbraio 2006: Roberto Calderoli è ministro delle Riforme istituzionali e mostra in televisione, con evidente soddisfazione, una maglietta recante alcune vignette su Maometto. Ciampi, allora Presidente della Repubblica, fa sapere che la linea «chiara» dell’Italia è quella del «rispetto dei credi religiosi e dei culti di ogni popolo». Subito dopo arrivano le dimissioni di Calderoli, con queste parole: «... ho rimesso il mio mandato di ministro delle Riforme istituzionali nelle mani del presidente Berlusconi, per senso di responsabilità e non certo perché sollecitato da maggioranza e opposizione». Non è da escludere che gli esportatori italiani abbiano fatto sentire la loro voce negli ambienti che contano, in forma riservata, ma decisa.

 

 

3.2 La distribuzione di crocifissi-gadget

 

Quanto è stato istituzionale distribuire in Consiglio i crocifissi in funzione di gadget, giusto per avere uno straccio di visibilità mediatica? In quell’occasione perfino la cosiddetta sinistra raccolse il coraggio e condannò questo gesto inutilmente blasfemo del Pedretti. Si veda sull’Eco di Bergamo: Curno, Pedretti regala un crocifisso. La minoranza rifiuta: «gesto blasfemo».

 

 

 

Il patatrac e la mordacchia

A questo punto della comunicazione del sindaco è successo il patatrac. Il sindaco non può più continuare perché sei consiglieri abbandonano l’aula consiliare. Viene meno la maggioranza, l’assemblea è sciolta, ed è sciolta proprio perché non si voleva che il sindaco parlasse (siamo stufi… ecc.). Bene, è stata tirata fuori la mordacchia (ringrazio Pannella per avermi iniziato a questa metafora, qualche decennio fa). A scanso di equivoci, precisiamo che i consiglieri della “sinistra” che hanno abbandonato l’aula – e che hanno fatto lo scatto iniziale (concordato un istante prima: mentre il sindaco parlava, avevano fatto capannello) – erano quattro su sei. Dunque sono responsabili della mordacchia per i 2/3, cioè preponderantemente. Non possono cavarsela dicendo: sindaco, se la tua maggioranza vien meno, non prendertela con noi. Infatti, sarebbe sbagliato prendersela. Ma i c.d. progressisti non possono dire che con la mordacchia non c’entrano niente: oltre tutto, il sindaco affrontava una questione etica, non stava parlando – con tutto il rispetto –  delle caditoie fognarie. Potevano protestare diversamente, come forse adesso, ma fuori tempo utile, avranno capito.

 

La mordacchia è uno strumento di tortura che s’imponeva ai condannati al supplizio, in particolare agli eretici, alle donne “malefiche” (le streghe) e ai bestemmiatori. Ma non solo: l’esemplare qui illustrato era impiegato in Inghilterra e Scozia nel Cinquecento, per punire le donne calunniatrici e abitualmente lamentose (prende il nome di scold’s bridle, o “briglia delle comari”). In basso, sono illustrate tre piastre di contenimento, da inserire nella bocca, di varia conformazione, secondo l’entità della pena.

 

[Da questo punto in poi le riflessioni del sindaco possono soltanto essere lette: qui di seguito, appunto. Ma non sono state pronunziate in Aula consiliare.]

 

 

3.3 Conati di alterazione forzosa di un gruppo consiliare

 

Quanto sono stati istituzionali i tentativi reiteratamente messi in atto dal Pedretti di estromettere Fassi e Donizetti dal gruppo consiliare al quale legittimamente appartenevano e ancora appartengono?

  • Si veda il documento inviato dal Pedretti all’amministrazione comunale in data 14 aprile 2010.

  • Si veda il “chiarimento” spedito dal Pedretti a quest’amministrazione, il 23 settembre 2010, dove insiste sull’aberrante concetto che egli avrebbe facoltà di agire autocraticamente contro lo spirito e la lettera dello Statuto del Comune di Curno, contro lo spirito e le leggi dello Stato.

  • Nel suo delirio di “istituzionalità” il Pedretti scrive al Prefetto (addirittura!), il 4 dicembre 2010, lamentando che non siano state accettate due mozioni urgenti dal medesimo presentate in nome del gruppo consiliare Lega Nord per l’Ind. della Padania. Sapeva benissimo che le due mozioni non erano state sottoposte alla metà dei legittimi rappresentanti del gruppo consiliare, i quali avevano sporto le loro più che legittime rimostranze al presidente dell’assemblea consiliare. Ma questi per il Pedretti sono bruscolini. Come si dice in inglese, lingua che il Pedretti ben conosce, questo consigliere comunale / regionale è proprio una dinamo! (per dire che uno è iperattivo: He’s a dynamo!).

  • Ma non basta: ecco arrivare a questa Amministrazione, il 7 dicembre 2010, copia di una diffida indirizzata ad Angelo Fassi, firmata “Il Segretario provinciale” (della Lega nord). Soltanto a ottobre 2011, dopo reiterate insistenze (due volantini distribuiti alla popolazione e un’intervista di Fassi), Christian Invernizzi ha voluto riconoscere tale diffida come di suo pugno (e firma). Ma, a parte l’autenticità della diffida – che non noi mettiamo in dubbio, ma è messa in dubbio da una perizia grafica – sia le comunicazioni di Pedretti all’amministrazione di Curno, sia la diffida firmata “Il Segretario provinciale”, sotto il profilo giuridico valgono zero.

  • Dopo tanto agitarsi, dopo tanta molestia recata a questa Amministrazione e allo stesso prefetto, che cosa succede? Il Pedretti si accorge che la sua pretesa è manifestamente assurda. Decide allora di fare il salto della quaglia. Non essendo riuscito a conseguire il suo scopo con prepotenza e manovre di mistica istituzionale, il Pedretti abbandona con la coda fra le gambe il gruppo consiliare dal quale pretendeva di aver cacciato Fassi e Donizetti e, per poter regnare incontrastato, crea con la Chiara Leydi un gruppo consiliare (secessionista) tutto suo, denominato Lega lombarda. A parte la molestia, vogliamo chiamare questo atteggiamento “istituzionale”?

 

 

3.4 Documenti interni del Comune deturpati, a sfregio del “nemico”

 

Quanto è stato istituzionale irridere alla denominazione e all’esistenza di un gruppo consiliare “nemico” facendo scarabocchi su un modulo del Comune in circolazione tra i capigruppo? Pedretti ha fatto questo reiteratamente, su moduli distribuiti in date successive, addirittura apponendo la sua firma/sigla. Si allegano i fogli scarabocchiati. Si dirà che se Umberto Bossi, che è stato fino a pochi giorni fa ministro, poteva agitare impunemente il dito medio alzato, Pedretti può anche fare gli scarabocchi sulle carte comunali. Ma il paragone non sta in piedi: anche a non voler considerare il priapismo del dito medio, del quale soffre il Bossi, il leader carismatico della Lega nord non ha mai assunto posture istituzionali. Il Pedretti – invece – lui ci tiene alla sua istituzionalità! La cosa è stata segnalata ai Carabinieri.

 

Un esempio di foglio scarabocchiato dal Pedretti. Facendo clic sull’immagine è possibile visualizzare un documento pdf contenente sette fogli come questo, similmente scarabocchiati. Domanda: quanto è istituzionale questo comportamento? Ma, a parte il feticcio dell’istituzionalità, come dobbiamo giudicare questo comportamento?

 

 

3.5 Le liste di proscrizione

 

Quanto è stato istituzionale, da parte della sezione pedrettista, controllata con pugno ferreo dal Pedretti stesso, redigere e diffondere un’odiosa lista di proscrizione dei nemici politici che hanno votato a favore del progetto dell’architetto Bodega, dal Pedretti creativamente (ha forse bisogno di un oculista migliore?) definito “ecomostro”? Brutto vizio, quello delle liste di proscrizione. Ci ricordano certi periodi bui della storia: in epoca romana, le proscrizioni promosse da Silla e, in seguito, dagli uomini del secondo triumvirato; in epoca moderna, ci sarebbero alcuni vergognosi episodi della storia recente europea, che non vogliamo nemmeno ricordare, tanto ci ripugnano. Si allega la lista di proscrizione.

 

A sinistra, lista di proscrizione diramata dalla locale sezione leghista di Curno, di osservanza pedrettista. La lista addita alla pubblica esecrazione i consiglieri qui fotografati e nominati (manca, però, la scritta wanted), per il fatto di aver votato a favore del progetto dell’arch. Bodega, che non piaceva al geometra Pedretti (il quale l’aveva definito “ecomostro”). Per fortuna, al giorno d’oggi, liste di proscrizione di questo tipo, nel pegiore dei casi, comportano la non rielezione dei consiglieri ostracizzati. In altri tempi l’inclusione nelle liste di proscrizione poteva comportare, praticamente, una vera e propria licenza di uccidere (i proscritti). Qui a destra, morte di Cicerone, in una stampa del Pinelli. Cicerone era stato proscritto dagli uomini del secondo triumvirato (Augusto, Antonio e Lepido), segnatamente per volontà di Antonio, contro il quale l’oratore romano aveva scritto le sue Filippiche. C’è da dire che Cicerone, a sua volta, non aveva esitato a mettere a morte i suoi nemici, quand’era console.

 

 

 

3.6. Uso della linea telefonica del Comune per fini privati

 

Quanto è stato istituzionale utilizzare la linea telefonica del Comune di Curno per fini privati, per un importo complessivo di 7.778 € (per la precisione, ben  2.890 € nei due mesi strettamente a ridosso della campagna elettorale per le elezioni europee e provinciali)?

  • È ben vero che la denuncia che il Comune ha sporto nei confronti del Pedretti è stata archiviata, e che le sentenze si rispettano. Infatti, noi le rispettiamo.

  • È vero anche che, nella sentenza, il Pedretti se l’è cavata con la menzione di un uso «suggestivo» della linea telefonica del Comune, e che il Pedretti ha restituito al Comune le somme del traffico telefonico contestato. Ed è vero che, al riguardo, è stato ipotizzato in sede giudiziaria «che l’eccesso di consumi telefonici sia avvenuto per imperizia, negligenza o imprudenza».

  • C’è però una considerazione da fare: il Pedretti è un personaggio “istituzionale”, esigente (con gli altri) quando si tratta del rispetto delle procedure, grandioso, di raffinata sensibilità e competenza giuridica (della quale fa sfoggio, come quando si tratta di cacciare Fassi e Donizetti dal gruppo consiliare: salvo il fatto che quelli portati dal Pedretti sono pseudoargomenti, non argomenti giuridici). Com’è dunque che nell’uso della linea telefonica del Comune si fa piccino, ed è così «imperito», «negligente» e «imprudente»? Da un personaggio come lui, alla luce delle considerazioni precedenti, e seguenti, mai e poi mai  ci saremmo aspettati tanta negligenza o imprudenza. No, glorioso geometra Pedretti, conceda che lei in questa faccenda è stato poco istituzionale assai.

 

 

 

3.7. Due tentativi di coartazione per ottenere una deposizione favorevole

 

Infine, quanto sono stati istituzionali i ben due tentativi del Pedretti di coartare il giudizio di un funzionario del Comune di Curno, S.G., e di un pubblico ufficiale, D.L., perché certificassero a suo favore che mai egli avrebbe inteso promuovere l’ispezione alla cosiddetta moschea di Curno nell’ora del culto religioso? Maldestramente improvvisatosi sofista, con questi due tentativi di coartazione (il secondo con minaccia di adire le vie legali) il Pedretti ha posto la sua firma in calce alla confessione di colpevolezza. Infatti:

  1. il Pedretti riconosce di aver chiesto un’ispezione al centro islamico un certo venerdì, alle 11.30;

  2. tale orario è coincidente o comunque a ridosso (h. 12.00)  di quello nel quale i fedeli islamici si raccolgono in preghiera;

  3. segue di qui, per la proprietà transitiva (lei sa in cosa consiste vero?), che il Pedretti  ha chiesto l’ispezione nell’orario di preghiera.

Ma vediamo i documenti:

  • In una prima richiesta, presentata il 23 settembre 2010 al funzionario e al pubblico ufficiale si legge: «Le chiedo di chiarire, senza possibilità d’interpretazione alcuna, se il consigliere Pedretti ha ordinato o no il sopralluogo al centro islamico nell’orario di culto».

Il Pedretti riceve la risposta che quanto è agli atti non è suscettibile di revisione o riformulazione, ma non si dà per vinto (come nel caso dell’espulsione di Fassi e Donizetti, e con pari esito: dovrà ritirarsi con la coda fra le gambe).

  • Torna a farsi vivo il 4 ottobre 2010 con una riproposizione capziosa del quesito. Questa volta il Pedretti ha pensato a un quesito a risposta chiusa (Sì/No). Ecco la domanda: «Pedretti Roberto ha effettivamente ordinato il sopralluogo al centro islamico di via Manzù durante l’orario di preghiera?». Quindi appone due caselle: «Barrando la casella e riconsegnando al mittente, si eviteranno inutili polemiche ed eventuali azioni giudiziarie».

È evidente: il quesito avrebbe potuto essere interpretato in due modi e, del tutto simmetricamente, la risposta avrebbe potuto essere interpretata secondo convenienza. Una furbata? Ma il Pedretti è poi capace di furbate? Forse, ma più che altro un tentativo di offendere l’intelligenza dei due funzionari, nonché quella dei cittadini di Curno. Riassumendo: è istituzionale questa pervicace volontà di coartare – con minaccia di adire le vie legali, da parte di un uomo potente qual è il consigliere comunale / regionale – la deposizione di un pubblico funzionario e di un ufficiale giudiziario? Si allegano: a) la deposizione del pubblico ufficiale a dimostrazione del fatto che il Pedretti ha effettivamente architettato un’ispezione alla cosiddetta moschea in modalità di provocazione; b) il primo e secondo tentativo da parte delle Pedretti di ottenere la riformulazione/ritrattazione di cui sopra; c) le risposte del pubblico ufficiale e del funzionario del Comune di Curno.

Con questo documento il Pedretti chiede in forma alquanto perentoria – al fine, dice, di evitare «inutili polemiche ed eventuali azioni giudiziarie» una ricostruzione dei fatti a sé favorevole, riguardo alla sua richiesta d’ispezione al Centro culturale islamico, in modalità di provocazione. Il fatto risale al tempo in cui era vicesindaco e assessore alla sicurezza, ma la richiesta di riformulazione della deposizione è più recente. Si noti che il Pedretti non nega di aver chiesto l’ispezione un certo venerdì, alle 11.30; non nega che l’ispezione sia a ridosso dell’orario di culto settimanale. Si dimentica però di applicare la proprietà transitiva e chiede che si dica che lui non ha ordinato l’ispezione durante l’orario di preghiera. Come Monsieur Jourdain (nel Borghese gentiluomo di Molière) parlava da una vita in prosa, ma non lo sapeva, e quando lo seppe ne fu molto contento, così il geometra Pedretti potrebbe gioire nel sapere di essersi cimentato nel paradosso di Protagora (ce ne parla Aulo Gellio nelle Notti attiche). Però, a dire il vero, il dilemma costruito da Protagora per portare in tribunale l’allievo Euatlo e farsi pagare le lezioni, era alquanto più sottile. L’astuto Pedretti non se n’abbia a male.

 

 

4. L’evasione etica: un pericolo dietro l’angolo

 

Ultima considerazione: se a qualcuno venisse voglia di dire, ancora una volta, “Non m’interessa!”, o addirittura, arrancando su un piedestallo di presunta superiorità, “Ma queste sono liti da pollaio!”, sapete che cosa rispondo?  Che mi cascano le braccia. Certo, potrei ricordare don Milani e il suo I care (“M’interessa!), potrei ricordare i fascisti e il loro “Me ne frego”, potrei ricordare l’atteggiamento sfuggente della borghesia che nei momenti difficili della nostra storia diceva “di non occuparsi di politica”: in realtà perché  – a loro, perlomeno – le cose andavano bene com’erano, perciò preferivano assumere un atteggiamento di superiorità nei confronti delle “beghe” politiche, che magari non erano beghe, ma rivendicazione di spazi di libertà. Ma se veramente qualcuno dicesse “Non m’interessa”, lasciatemi dire che, arrivati al punto in cui siamo arrivati, io non m’interesso a lui. Perché tale affermazione è sintomo di esecrabile autoreferenzialità e negazione altezzosa della possibilità che altri possano esprimere il proprio pensiero.

    E se – peggio ancora – non uno solo, ma più di uno, forse molti, dicessero “Non m’interessa!”, allora Curno comincerebbe a somigliare, in maniera preoccupante, a quel villaggio tedesco descritto nel film Il nastro bianco, dove succedevano cose strane, ma la consegna tra i villici era dire che tutto va bene, tutto è normale. La regola era non interessarsi, girare la testa dall’altra parte e poi sopire e troncare, mia cara signora, troncare e sopire. Il film racconta cose che succedevano cent’anni fa, o che avrebbero potuto succedere. Lo so, a Curno non è successo niente di quel che vediamo nel film, perlomeno non ancora. Ma è l’atteggiamento d’indifferenza che fa paura, la strategia di minimizzare, la volontà di liquidare l’argomento con un’alzata di spalle. Questo è quello che talvolta si è visto e udito qui a Curno, come nel film: far spallucce, derubricare a lite di pollaio una questione di civiltà o, peggio di tutto, sbottare con il turpe e disumano “Non m’interessa!”. C’è aria di autoritarismo o assolutismo in queste parole, poco importa se pronunciate in chiave tragica, o tragicomica.

    Comunque, voglio seguire l’indicazione del regista del film, il quale ci suggerisce di andare oltre i fatti, oltre il momento storico. Soffermiamoci allora sull’animo delle persone. Ebbene, ho paura che l’animo di coloro che eventualmente qui a Curno rivendichino il diritto all’indifferenza, o addirittura se ne facciano vanto, sia sull’orlo dell’abisso. Perciò, spero di non sentire più quel grido di rauco e disperato egoismo, un grido disumano, che toglie ogni speranza di civile convivenza. Il problema, a questo punto, non sarebbe più il Pedretti, il problema sarebbero loro, i “non interessati”. Preferiscono l’indifferenza etica? Si tengano dunque il Pedretti, perché se lo sono meritato. Con tutto quello che ne può seguire, come sopra accennato. Io, da cattolico, non sono certo stato indifferente!

Ingresso di un’aula della Scuola di Barbiana, quella di don Milani. Vediamo qui la riproduzione di una riflessione di don Milani, scritta di suo pugno: «Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande I CARE. È il motto intraducibile dei giovani americani migliori: “Me n’importa, mi sta a cuore”. È il contrario esatto del motto fascista “Me ne frego”».

§§§

 

Clausola di non denunciabilità

 

Avviso per i denunciatori seriali o anche occasionali: la comunicazione del sindaco, come pure gli allegati qui pubblicati sono in tutto e per tutto conformi a quelli pubblicati nel sito del Comune di Curno, nella sezione dedicata all’Albo pretorio. Le immagini entro la pubblicazione della comunicazione sono aggiunte da me, come pure le didascalie. Parimenti, per comodità del lettore, sono stati da me aggiunti i collegamenti ipertestuali, sia quelli relativi a documenti comunque reperibili in rete prima del 7 dicembre, sia quelli depositati dal sindaco, anch’essi ormai reperibili in rete, dal 7 dicembre 2011. In particolare:

  1. Il verbale di deliberazione del Consiglio comunale del 3 dicembre si trova all’indirizzo http://www.halleyweb.com/c016089/mc/mc_attachment.php?x=f5347eaaf0c7014806c5d6cb5325018d&mc=2588&

  2. La comunicazione del consigliere Pedretti al Prefetto al Segretario comunale e ai Carabinieri in data 20.09.2011 (Allegato B), la comunicazione del sindaco (Allegato C), nonché gli allegati depositati dal sindaco si trovano all’indirizzo http://www.halleyweb.com/c016089/mc/mc_attachment.php?x=f5347eaaf0c7014806c5d6cb5325018d&mc=2591

 

Sull’uso della denuncia come surrogato della dialettica si veda in questo sito l’articolo Sulla voluttà di denunciare.

Sulla voluttà di denunciare frustrata a contatto con il principio di realtà si veda, sempre in questo sito, l’articolo Aristide prosciolto in udienza preliminare, Pedretti condannato al pagamento delle spese processuali.