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Scuola di giornalismo / 1

 

La tecnica del tramezzino

 

 

24 dicembre 2009: Tema


Lo studente è invitato a leggere la Pedretteide, nonché le seguenti dichiarazioni, rispettivamente, di R. Pedretti e A. Gandolfi.


Pedretti: «Negli anni scorsi sulla questione [la sicurezza del centro islamico] non siamo certo stati fermi. Dal 2000 al 2002, abbiamo scritto a Prefettura e Questura perché verificassero che si facesse un uso conforme dei locali di via Manzù. Il tema della sicurezza alla Lega è molto caro, ed è grazie ai voti della Lega che l’amministrazione Gandolfi ha vinto le elezioni».


Gandolfi: «Abbiamo saputo che nel ’96, quando è stato deciso di dare in affitto i locali alla comunità islamica, l’amministrazione comunale era stata interpellata in merito. In quel periodo Pedretti era vicesindaco. Perché proprio ora tiene tanto a far emergere il problema? In questi anni che cosa ha fatto?».


Utilizzando le informazioni disponibili sulla Pedretteide e le due dichiarazioni sopra riportate, lo studente elabori due articoli di lunghezza non superiore alle 1500 battute. Il primo articolo dovrà essere costruito a favore di Pedretti: è possibile fare ricorso alla tecnica cosiddetta “del tramezzino” (vedi qui sotto, nel riquadro inferiore: “L’antecedente di questa esercitazione”). Il secondo articolo dovrà invece essere neutrale, al servizio del lettore. I due articoli dovranno contenere lo stesso numero di battute, con la precisione di ± 1 battuta. Il titolo è su due righe (occhiello più titolo), con uno sviluppo massimo di 45 battute per riga.

 

Svolgimento: i due articoli a confronto
 

 

15 giorni per chiedere l’agibilità
Centro islamico fuori norma

Continuano le polemiche interne alla amministrazione comunale di Curno. Il botta e risposta tra il sindaco Angelo Gandolfi e il capogruppo leghista Roberto Pedretti non si placa, e al centro dello scontro c’è sempre il centro islamico di via Manzù. Lo stesso che è costato a Pedretti la destituzione dal vicesindaco e assessore, a causa della sua decisione di effettuare controlli alla struttura all’insaputa del sindaco. Dopo le molte sollecitazioni di Pedretti, nei giorni scorsi il sindaco ha verificato che in effetti all’edificio manca l’agibilità. Ora sono partite le procedure per verificare che esistano i requisiti per una messa a norma: entro 15 giorni il proprietario della struttura dovrà fare richiesta dell’agibilità. Intanto però continuano le accuse reciproche. Il sindaco Gandolfi attacca: «Abbiamo saputo che nel ’96, quando è stato deciso di dare in affitto i locali alla comunità islamica, l’amministrazione comunale era stata interpellata in merito. In quel periodo Pedretti era vicesindaco. Perché proprio ora tiene tanto a far emergere il problema? In questi anni che cosa ha fatto?». Pedretti ribatte: «Negli anni scorsi sulla questione non siamo certo stati fermi. Dal 2000 al 2002, abbiamo scritto a Prefettura e Questura perché verificassero che si facesse un uso conforme dei locali di via Manzù. Il tema della sicurezza alla Lega è molto caro, ed è grazie ai voti della Lega che l’amministrazione Gandolfi ha vinto le elezioni».

 

 

Chi dei due ha ragione: Pedretti o Gandolfi?
Centro islamico, ancora polemiche

Roberto Pedretti, ex vicesindaco ed ex assessore alla sicurezza del Comune di Curno, ora capogruppo della Lega nel Consiglio comunale (ma l’incarico è sub judice), solleva una nuova questione sul centro islamico, dopo aver predisposto a ottobre un’ispezione nell’ora della preghiera, il venerdì, bloccata dal sindaco Gandolfi. Era una provocazione? Pedretti nega che l’ispezione fosse stata predisposta in quell’occasione, nega inoltre di averla “organizzata”. Chi dei due ha ragione? È quello che i cittadini vorrebbero sapere, prendendo visione dei documenti probatori. Intanto Pedretti organizza una verifica burocratica negli uffici del Comune e trova che il locale adibito a centro islamico non ha la certificazione di agibilità. Afferma il sindaco: «Quando nel ’96 è stato deciso di dare in affitto i locali alla comunità islamica, Pedretti era vicesindaco. Perché proprio ora tiene tanto a far emergere il problema? In questi anni che cosa ha fatto?». Replica Pedretti: «Dal 2000 al 2002, abbiamo scritto a Prefettura e Questura perché verificassero che si facesse un uso conforme dei locali di via Manzù. Il tema della sicurezza alla Lega è molto caro, ed è grazie ai voti della Lega che l’amministrazione Gandolfi ha vinto le elezioni». Dunque, in attesa di arrivare a un punto fermo, il braccio di ferro continua. Il sindaco intanto ha chiesto al proprietario del locale di produrre i documenti per la certificazione di agibilità entro 15 giorni.

 

Nota 1 - I due articoli elaborati dallo studente della scuola di giornalismo presentano esattamente la stessa lunghezza: 1456 battute.


Nota 2 - A sinistra è possibile leggere la trascrizione dell’articolo pubblicato il 23 dicembre 2009 sull’Eco di Bergamo.


Nota 3 - L’articolo riportato a destra non pretende di essere la soluzione esatta del tema proposto: è evidente che lo svolgimento del tema possa presentarsi diverso, secondo il talento, la cultura e la professionalità dello scrivente (sic: purtroppo, però, “professionalità” è diventata una parola insidiosa, ricorrente nel lessico dei truffatori e dei friggitori d’aria, un po’ come “etica”, “onestà”, “società civile”, “memoria storica”, “percorso decisionale condiviso”, “solidarietà”, “dialogo” ecc.). In questa esercitazione, tuttavia, è importante che il secondo articolo non lasci trasparire un pregiudizio negativo, o anche positivo, nei confronti di una delle due personalità in gioco. Si noti che l’articolo a destra: a) non presenta Pedretti come vittima del sindaco; b) non presenta il sindaco come un bradipo stimolato dall’impavido e indefesso Pedretti, che lo sollecita “molteplicemente” (come piace dire a certi burocrati, per il gusto di veder sanguinare la lingua italiana); c) non presenta il sindaco come renitente a compiere un atto dovuto (il sindaco non sapeva dell’assenza del certificato di agibilità, Pedretti doveva saperne qualcosa). d) Soprattutto, il titolo non è tendenzioso, dal momento che la notizia non è che i locali del centro islamico siano fuori norma, la notizia è che Pedretti riattizza la polemica. Poiché però la consegna era che il secondo elaborato fosse neutrale, lo studente ha titolato, più correttamente, “Centro islamico, ancora polemiche”. Il titolo dell’articolo pubblicato sull’Eco di Bergamo (“Centro islamico fuori norma”) risponde alla strategia di Pedretti, che vuol far dimenticare l’enormità del suo gesto empio. Vero è che fa notizia, anche se notizia non è.


Nota 4 - Né il primo, né il secondo articolo riportano una considerazione a rigore essenziale ai fini di un’analisi critica dei dati della notizia. In particolare, non viene posta in evidenza la mancanza di nesso logico tra l’obiezione mossa dal sindaco a Pedretti (“perché soltanto adesso Pedretti ha sollevato il problema dell’assenza del certificato di agibilità?”), e la risposta del Pedretti medesimo (“ma io ho scritto alla Prefettura e alla Questura”). Infatti, l’agibilità è di pertinenza del Comune, nel quale a quel tempo Pedretti ricopriva la carica di vicesindaco. Siamo di fronte a un classico delle fallacie logiche, la cosiddetta ignoratio elenchi: si risponde cioè a un’obiezione con una affermazione che è di per sé corretta, ma con la pretesa (infondata) che la correttezza dell’affermazione infici la correttezza dell’obiezione, alla quale perciò non viene data risposta. Come quando, per esempio, in una lite coniugale il marito rimproveri alla moglie una relazione che lei intrattiene con il capufficio da ormai due anni, e la moglie affermi: “Ma tu il mese scorso ti sei dimenticato del nostro anniversario di matrimonio”.



Nota 5 - La ragione per cui né il primo articolo, né il secondo (che pure si proponeva di essere neutrale) riportano la considerazione di cui alla precedente nota 4 è imputabile alla consegna di “non più di 1500 battute”. Già, nell’esercitazione. Ma nella realtà? Considerando il caso reale, vien naturale domandarsi: non poteva la giornalista che ha elaborato l’articolo sulla “moschea” dargli un po’ più di spazio, quel tanto che sarebbe bastato per mettere in evidenza l’incongruenza della risposta di Pedretti? Tanto più valeva la pena che la giornalista trovasse questo spazio, in quanto avrebbe potuto dare prova del suo giovane talento. Non siamo nati ieri, sappiamo che questo spazio poteva essere trovato, togliendo qualche riga all’altro articolo, nella stessa pagina, sempre dedicato a Curno, a firma della medesima giornalista.

 

L’antecedente di questa esercitazione

 

23 dicembre 2009: Un articolo sull’Eco di Bergamo

Sull’Eco di Bergamo del 23 dicembre appare in un riquadro la notizia “Centro islamico fuori norma: 15 giorni per chiedere agibilità” (l’articolo è riportato sopra, nel colonnino scritto in caratteri corsivi, a sinistra). Bene: se esaminiamo la struttura dell’articolo, osserviamo a colpo d’occhio che si tratta di una tipica costruzione cosiddetta, nel gergo giornalistico, “a tramezzino”.
   In questo caso la struttura è: Pedretti / Gandolfi / Pedretti. È evidente che in questa struttura Gandolfi sta stretto fra due Pedretti che hanno la prima e l’ultima parola. La notizia si snoda così articolata:
1) Pedretti sollecita ripetutamente il sindaco;
2) il sindaco finalmente si muove (“... ora sono partite le procedure...”); evidentemente, il sindaco è lento; però, bontà sua, il giornale riporta l’obiezione del sindaco: Pedretti poteva accorgersi prima della carenza di agibilità del locale;
3) Pedretti replica di aver scritto alla Prefettura e alla Questura e fa osservare che Gandolfi è stato eletto con i voti della Lega.
   Così il sindaco è bello che servito, perlomeno agli occhi dello sprovveduto lettore. Facciamo tuttavia presente, sia pure sommessamente, che:
a) per quanto riguarda il punto 1., Pedretti ha fatto una verifica burocratica negli uffici del Comune (oppure chiamiamola ispezione, se piace), dopo aver tentato di attivare un’ispezione in situ nella cosiddetta moschea, nell’ora del rito collettivo, “scoprendo” che il locale non ha il certificato di agibilità; così pretende di dimostrare che l’ispezione in situ era giustificata (invece fra le due cose non c’è un nesso logico: c’è soltanto un nesso di pretestuosità, come nella favola del lupo e dell’agnello, ma la giornalista non se n’è accorta);
b) per quanto riguarda il punto 3., la risposta di Pedretti non è pertinente, perché la domanda del sindaco era: “Perché Pedretti non ha fatto questa verifica burocratica quand’era vice sindaco nell’amministrazione precedente?”. Pedretti afferma di aver scritto qualcosa in Prefettura. Che cosa? Non certo riguardo all’agibilità, che è pertinenza del Comune. E, soprattutto, che c’entra?
   Quanto all’ultima osservazione del Pedretti riportata nello strato inferiore del tramezzino, quella secondo cui “Gandolfi ha vinto le elezioni grazie ai voti della Lega”, il piglio padronale e la sicumera ostentata dal Pedretti non devono trarci in inganno. In questo affaire della c.d. moschea, in cui il Pedretti è implicato personalmente, essendo imputato di empietà nei confronti della comunità che pretenderebbe di rappresentare, non ha senso che Pedretti rinfacci al sindaco i voti della Lega.

 

 

Aggiornamento (12 febbraio 2011)

La giornalista che sull’Eco di Bergamo seguiva la cronaca politica di Curno continua a lavorare nel giornale, ma non esercita più la funzione dispotica di orientamento dell’opinione pubblica in favore degli interessi convergenti della c.d. sinistra e di Pedretti. Non credo che questo sia dovuto ai due articoli pubblicati in questo sito, Scuola di giornalismo / 1 e Scuola di giornalismo / 2: non posso tuttavia non esprimere vivo compiacimento per la cessazione di un brutto periodo di egemonia del pensiero unico, che molto ha nuociuto, prima ancora che agli organi di governo del paese, ai cittadini curnensi.

 

 

Le scuole di giornalismo su Testitrahus

 

Scuola di giornalismo / 1: La tecnica del tramezzino

Scuola di giornalismo / 2: Eloquenza della notizia negata

Scuola di giornalismo / 3: La bufala del forum di discussione “libera”

Scuola di giornalismo / 4: Il lettore manipolato

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